Gli obiettivi del turismo dell’olio letti dalla Società Agricola Zito, azienda bio della Sicilia nord-orientale.

Siamo nella fascia costiera antistante il parco Naturale dei Nebrodi, tra Capo d’Orlando e Sant’Agata di Militello, in una proprietà che si estende per circa 70 ettari, di cui 60 ad uliveto, dove un’antica proprietà di famiglia, risalente al 1560, è oggi teatro di un’attività imprenditoriale che sposa una tradizione secolare con un avanzato approccio sostenibile.

A parlarcene è Agostino Zito, ultima generazione alla guida dell’azienda, che qui ha trovato la sua vocazione, dopo esperienze di crescita personale e professionale che lo hanno portato a conoscere altro, oltre questo angolo di Sicilia.

Sarà stato il fascino del luogo e l’incantevole apertura visiva sulle isole Eolie, a radicare qui a La Cuba il giovane Agostino e indurlo a prendersi cura degli ulivi secolari e a supportare papà Vincenzo e zio Antonino nel puntare a un approccio produttivo e di accoglienza che vuole lasciare il segno tra clienti e visitatori dell’azienda.

L’olio Zito è certificato Bio da quasi 15 anni e oggi l’azienda è impegnata a realizzare un Piano di Sostenibilità fondato sulla consapevolezza di essere custodi, prima ancora che proprietari, di questo lembo di terra siciliana, e che legge la mission imprenditoriale anzitutto con un ruolo di tutela del contesto ambientale e sociale nel quale si inserisce.

Il marchio Bio è, per Agostino, più forte dell’IGP, ed ha oggi un richiamo importante su chi decide di visitare un’azienda olivicola. Gli scarti di lavorazione, la sansa e le acque reflue, prodotti durante la spremitura dell’olive in frantoio, generalmente considerati come “rifiuti”, per il frantoio Zito, certificato biologico e che lavora esclusivamente il proprio olio, anch’esso certificato, possono essere utilizzati come fertilizzanti, completando l’intera filiera produttiva.

Essere bio, dal punto di vista dell’accoglienza, significa dichiarare il proprio credo nella sana alimentazione e la sostenibilità ambientale e volerlo testimoniare ai visitatori dell’azienda.

L’obiettivo dell’Agricola Zito è quello di trasmettere anzitutto l’idea che l’olio non è tutto uguale: qui, e soltanto qui, a due passi dai Nebrodi, la cultivar santagatese, di fatto una variante dell’ogliarola messinese, esprime ottima resa e assume tratti di finezza e versatilità che rappresentano l’obiettivo di prodotto della famiglia Zito.

La visita in azienda inizia nell’oliveto e copre tutte le fasi produttive, dai magazzini al frantoio, per culminare nella sala di degustazione, recentemente ristrutturata, dove i visitatori hanno la possibilità di fare cultura dell’olio e percepire, anche senza una formazione specifica, guidati dall’esperienza di Agostino, l’essenza di un “panel test” e le specificità di un olio che, in questo caso, trasmette grandi caratteristiche espressive e di abbinabilità: un olio che sta evidenziando anche ottimi accostamenti con alcuni dolci.

Gli ospiti dell’azienda sono per un buon 70% italiani, ma il 30% di stranieri che si affaccia in azienda rappresenta per l’olio Zito una finestra importante sul mercato estero. Un’efficace rete di contatti con tour operator e strutture ricettive della zona sta dando ottimi frutti in termini di flussi di presenze.

Intercettare e fidelizzare il turista che si trattiene in azienda per un paio d’ore di visita rappresenta in questo momento la priorità aziendale; tanto da orientare le scelte aziendali verso importanti investimenti.

Ad oggi è completata la tasting room, nella villa di famiglia di metà Ottocento, mentre è in corso il progetto di realizzazione del Kubos Agrirelais, a partire dal recupero di alcune case coloniche e delle stalle della tenuta, destinate ad ospitare i visitatori che vorranno trattenersi per più giorni tra gli olivi e i giardini della proprietà, degustando le eccellenze del territorio mentre lo sguardo si perde fino alle isole dell’arcipelago eoliano.

 

Elia Tessari

Fonte: Oil Meridian https://oilmeridian.com/articoli/-il-valore-culturale-dell-oleoturismo